Profilo - Alfio Giovanni Bonesso


Quarto d'Altino, settembre 2014.

Appassionato ricercatore di storia locale, ha ricostruito con i documenti e la memoria dei vecchi, gli aspetti più particolari e più semplici, ma anche i più veri della nostra comunità, rivelandone una identità e una umanità forse sconosciute ma non per questo meno affascinanti. 

Dal 1997 presta volontario servizio in parrocchia S. Michele Arcangelo di Quarto d'Altino: luogo in cui nacque nel lontano 1944.  

Ha frequentato dall'ottobre 2005 al 7 marzo 2006 presso l'archivio storico del Patriarcato di Venezia un ciclo di seminari sulle "Fonti archivistiche ecclesiastiche per la storia della chiesa e della società veneziana - Introduzione alla lettura dei documenti secc. XI-XVI". Fonti dalle quali ha potuto trarre competenze sulla conservazione dei beni archivistici, di lettura e di ricerca documentaria conseguendo le conoscenze qui riportate. 
Va ricordato come risultato della sua personale esperienza, che gran parte del programma a carattere storico qui presentato, è stato anticipato in 14 opuscoli annuali pubblicati dal 2001 al 2013. Le notizie sono state dapprima prelevate dagli archivi, riunite in seguito e introdotte secondo argomento tra il 1997/99. La prima pubblicazione risale infatti al maggio 2001 quando appunto l'intero programma era stato di fatto ultimato. (Vedi opuscolo 15^ festa S. Michele maggio 2001 dal titolo: "Una grande storia in breve") 
Sono conservati in Parrocchia, in Municipio di Quarto d'Altino e tra le varie associazioni culturali del paese. Centri nei quali gli uffici relativi, traggono e riportano le notizie nei loro rispettivi siti internet, anche su cartoncini e foglietti pubblicitari. Rincresce caso mai l'esclusione del nome di chi con tanta passione si è adoperato nella ricerca storica ad uso e consumo universale.


Per facilitare le varie associazioni e allo scopo di rendere le notizie alla portata di tutti, sono state ricopiate dai citati opuscoli e ampliate sul sito personale dello scrivente. Con questo accorgimento di utilità generale si è creduto opportuno agevolare le richieste di quanti si sono interessati per la storia di Quarto d'Altino e della sua chiesa. Non sono esclusi ovviamente i forestieri e turisti, gli amanti della storia e della critica in generale. La pratica e comoda novità storica accomuna e coinvolge persino alcuni centri abitati d'oltre oceano, particolarmente in Brasile laddove vivono intere comunità del Veneto, anche provenienti da Quarto d'Altino. (Già S. Michele del Quarto) E' sufficiente collegarsi sul sito riportato in neretto. (vedi sotto)

Alfio Giovanni Bonesso www.storiaquartodaltino.blogspot.com - 

Per quanto riguarda i numerosi Link presenti nelle pagine Web, sono stati ritenuti non affidabili in quanto sono frammentati dall'intero tessuto narrativo e perciò in via di estinzione. Si raccomanda quindi d'inserirsi sul sito segnalato, unico completo e attendibile.  

Non scrive per mestiere, né per abitudine, né per posa e tanto meno per stravaganza. Per ambizione manco se ne parla e meno che mai per clamore o chiasso. Protagonismo? Non scherziamo! Scrive soltanto per il bisogno di scrivere, in particolare da quando la cittadinanza va smarrendo la memoria della propria storia. Scrive anche a dispetto dei provvedimenti imposti da alcuni editori, i quali godendo della pur nobile attività, hanno viceversa dimostrato nei loro freddi e autorevoli atteggiamenti, non essere disposti per la pubblicazione dei miei trattati definendoli troppo orientati ai problemi della chiesa. Sono stati definiti peraltro, improduttivi. (Non redditizi) Perciò respinsero la richiesta.
Constatato poi la crudeltà e freddezza del loro linguaggio, suscitò in me una ribellione profonda, da non ripetere più quanto avevo sperimentato nella richiesta. E così scrivendo lontano dai divieti e dal misero tornaconto, canto gratuitamente il mio paese e cantando, talvolta scrivo anche di me stesso.  E così, cercando conforto altrove, (Su internet in particolare) mi sono dedicato a studi più elevati e di più grande utilità contribuendo per quanto mi è stato possibile, al perfezionamento morale dell'umanità 

(P.S) Le presenti trattazioni non ufficializzate da pubblicazioni cartacee, mantengono il doveroso riserbo com'è giusto che sia, sui documenti e sulle fonti primarie, siano esse di carattere generale che individuale. Ciò a riprova della Primalità dell'opera, della sua fedeltà, del diritto d'autore quale non essere sottoposto a copiatura o plagio. Le fotocopie sui documenti relativi agli archivi citati, sono conservati dallo scrivente in visione a chiunque lo desidera.    

Il colosso di Quarto

Uno degli aspetti più interessanti probanti l'amore per la storia del luogo in cui l'autore nacque, è la fedeltà che da sempre riserva al motto di lingua latina: "Facta non Verba". (Fare senza disturbare e nulla chiedere a nessuno - L'ingratitudine delle persone è infatti troppo grande - Fare senza parlare in quanto ciò che scrive potrebbe non essere condiviso o mal interpretato da quello che in realtà esprime) 
Una massima quindi per la quale in obbedienza al patrimonio di conoscenze personali, ha portato il sottoscritto a rivivere i valori vissuti dai padri durante gli anni in cui eressero la Torre di Quarto d'Altino. Quel Gigante di pietra che aveva affascinato la generazione dell'epoca, soci, simpatizzanti e visitatori e che continuerà a coinvolgere a nostro avviso, anche quelle future. 

La Ciclopica cima turrita che sovrasta l'intero paese, ha persino sedotto i forestieri, ha conquistato passeggeri, turisti e stranieri, i quali tutti compresi, rapiti dalle dimensioni, dagli steli e monoliti e marmi preziosi, provarono durante l'ascesa ciò che nessun campanile di concezione recente, ha mai superato in proporzioni e bellezza. Scriveva a proposito il parroco Scattolin, quando nel 1955 l'abitacolo delle campane stava oramai per volgere al termine, esprimeva questo preveggente pensiero: 
"Paesani e forestieri osservano con soddisfazione questa torre che ha dell'originale" - "La cella campanaria è oggetto di ammirazione da parte di tutti".

Un Colosso dunque che aveva suscito sentimenti, emozioni ed affetti quali la popolazione dell'epoca di Quarto d'Altino non ebbe mai avvertito, se non quando esaurita l'attività e consapevole delle difficoltà combattute e vinte, si rese infine conto della qualità dell'opera che aveva realizzato. 
Mossa quindi dal dovere e dalla fedeltà mai venuta meno, pur avendo economizzato (testimone il sottoscritto) al limite della sopportazione, rinunciando talvolta anche ad una condizione di vita più agiata, eppure rimase se stessa. 
Orgogliosa delle rinunce e dei manifesti incombenti contraccolpi, dedicò la ventennale attività ai figli, ai nipoti e posteri tutti. E le offerte pro erigendo campanile elencate nel secondo capitolo, sottoposte peraltro al giudizio dei lettori, ne sono la prova più concreta. 

Non occorre d'altra parte possedere un grande acume critico e tanto meno letterario per aver raccolto e diffuso le memorie e i dati qui elencati. Del campanile di Quarto per esempio se ne parla molto per sentito dire, quasi mai per pratica o per conoscenza diretta. 
D'altra parte il testo è stato realizzato per diffondere ciò che la recente popolazione non ha mai conosciuto se non in linee generali. Scriveva ancora don Scattolin: "E' vero che vi sarebbe un certo gruppo di parrocchiani, e sono quelli del centro, della piazza (I benestanti) che hanno dato ben poco per la spesa delle campane in confronto degli operai e degli agricoltori". 
"Le famiglie benestanti danno scarso aiuto ai poveri e alle opere parrocchiali - Vi sono famiglie in difficili situazioni economiche - alcuni padri di famiglia trovano solo lavoro saltuario". 
"Le famiglie se ne vanno e la terra viene lavorata in economia". "Si lavora molto di festa, specie durante le semine, del taglio del frumento e della trebbiatura". "I padroni e i fattori se fossero veramente cristiani, dovrebbero proibire il lavoro festivo".

Nel contesto dell'opera abbiamo creduto opportuno aggiungervi anche alcuni tragici eventi accaduti durante il periodo bellico 1944/45; un arco di tempo nel quale Scattolin don Carlo fungerà da intermediario tra il Patriarca di Venezia e il Comando fascista della 10^ Legione S. Marco Centuria Coorte in S. Michele del Quarto. La mediazione avrà come conseguenza l'abrogazione della pena capitale di alcuni patrioti ordinata dal comandante Gino Covre della 2^ Brigata Nera Mobile. Uno studio sulla personalità di mons. Mantiero, vescovo allora di Treviso, assegnava viceversa il merito allo stesso prelato trevigiano, il quale dissuadendo il Covre dalla criminosa operazione, rese possibile il rinvio. 
L'intervento di mons. Mantiero si rivelerà purtroppo fuori tempo, in quanto venne anticipato dal Card. Piazza Patriarca di Venezia su tempestiva comunicazione del parroco Scattolin. Ragione per cui, quando mons. Mantiero giunse a S. Michele del Quarto, la delicata questione relativa alla pena capitale era già stata risolta. Se dunque meriti vi sono, questi spettano al sacerdote altinate che per primo opponendosi al Covre, rischiò tra un'infinità di insolenze e minacce, il confino. O quanto meno la prigione. (1) 
   
Sull'episodio, come del resto su tutti gli episodi di guerra, così anche sul campanile e tutte le opere realizzate dal prelato, non vanterà in nessuna occasione merito alcuno. Un silenzio per così dire smorzato, ispirato non solo dal suo ministero sacerdotale quanto dalla sua personalità schiva, contraria alle lodi, riconoscimenti e meriti, insomma lontano dai clamori e dagli interessi di parte, e durante la lettura dei testi anche il lettore più disattento saprà riconoscere.


L'intero programma non si regge solamente sui dati archivistici quanto piuttosto sulla quantità delle testimonianze dirette e raccolte dal Bonesso in un insieme di dati. Chi scrive ha infatti avuto l'onore d'incontrare e porre ai diretti collaboratori di don Scattolin, domande, quesiti e impressioni relativi alla gestione del campanile, ottenendo dichiarazioni e memorie di particolare importanza. A queste vanno aggiunte quelle personali, cui sarebbe veramente materia brutta e preoccupante qualora un'opera destinata più che altro al pubblico locale, venisse guastata da sottovalutazioni o giudizi fuorvianti e falsi. L'impressione che ne deriverebbe sarebbe negativa e automaticamente la credibilità di colui il quale qui scrive, decadrebbe. 

Le indagini non ripetono e non rettificano ciò che non è mai stato scritto da altri, anzi vanno inquadrate come risultato di ricerche ed esperienze proprie, e quindi non si serve, se non in circostanze di particolare carenza documentaria, di quelle altrui. 
L'intera esposizione, pur nella modestissima dimensione letteraria, consente a chiunque di capire e raggiungere la finalità delle argomentazioni, nella speranza che un giorno si possano riscrivere e che altri compiranno... grazie ovviamente a chi ha dimostrato dinamismo nella realizzazione dell'opera prima ed esclusiva. 
Poco importa se poi qualcuno ne scopiazzerà una seconda, ma la prima rimarrà sempre tale, cioè la prevalente. Insomma, una "Primalità d'opera" senza confronti e seconda a nessuno, neanche a chi riscrivendola traendone peraltro profitto, non potrà mai scalfire o invadere lo spazio occupato dall'autore, il quale per amore al paese d'origine, ne fece diversamente dono senza nessun tornaconto.

Onorare la memoria degli eroi è da sempre un dovere del mondo militare, celebrare le opere religiose è diversamente un esigenza morale di tutti. E' una necessità che impone l'obbligo della chiarezza, dell'onestà e del senso del dovere. Fedele in questi ideali e certo di fare del bene, passiamo quindi alle narrazioni. 

                                                    
OOO

Ringraziamenti

Un ringraziamento speciale va anzitutto all'emerito parroco di Quarto d'Altino Don Gianni Fassina, che con tanta sensibilità e destrezza ha saputo avviare il sottoscritto nella disciplina della non facile impresa qual è la storia locale. (al di là ovviamente, degli "eroici" 14 opuscoli riportati in forma abbreviata sul sito della parrocchia) (2) 
Non sono ovviamente escluse le eloquenti dissertazioni del direttore del corso archivistico per la storia della chiesa veneziana Dottoressa Francesca Cavazzana Romanelli, alla quale va la mia più alta e profonda stima per l'insegnamento ricevuto e che in seguito riversai tra i più celebri archivi di Venezia, Treviso ecc. Un grazie sentito anche al direttore dell'archivio del patriarcato mons. Gianni Bernardi vicario episcopale per l'arte e la cultura, il quale consentendo le lezioni, ha così involontariamente posto le basi affinché il sottoscritto, potesse affrontare e consegnare alle generazioni future la storia del Colosso di Quarto, della settecentesca chiesa di origine Longobarda e di quella recente eretta da Papa Pio X. 

Termino citando l'Eminentissima formulazione che vorrei fare mia, del Sac. Vittorio Piva Illustrissimo Storico e Amministratore del Seminario di Venezia che al compimento del suo Pregiatissimo libro "Il Seminario di Venezia" (1915) diffuse per l'occasione questo lungimirante pensiero:... "mi lusingo che sarà benignamente accolto e meno severamente giudicato". All'appassionata speranza del dott. Piva si aggiunge più appassionatamente che mai, anche la mia.

Coloro i quali intendessero servirsi dei dati qui esposti, dovrebbero onestamente citare la fonte dalla quale sono state ricavate, diversamente non lo sarebbero affatto, oltre s'intende alla malversazione. Applicare quindi la logica del: "dare a Cesare quello che è di Cesare" (errori eventuali compresi) significa rispettare il faticoso lavoro intellettuale-archivistico realizzato da altri. D'altra parte il programma per quanto sia tuttora in fase d'ampliamento, non presenta il necessario sviluppo delle ricerche che merita. Maggiori e più dettagliate notizie si possono sempre aggiungere e commentare. 
Grazie e buona lettura.


                                                     Signore, non si esalta il mio cuore
                                                     non si alzano alteri i miei occhi
                                                     non corrono dietro a cose grandi
                                                     né a cose troppo al di sopra di me.
                                                                                
                                                                                (Salmo 131) 



   OOO 


(1) - L'episodio relativo a don Scattolin sarà narrato in uno dei prossimi capitoli. Va ricordato qualora vi fossero dubbi, che la risoluzione definitiva della pena capitale, spettava al Patriarca mons. Piazza e che risolse il giorno di Natale 1944. Sanò così ciò che allora era di sua competenza quando S. Michele del Quarto era ed è tuttora, alle dipendenze del Patriarcato di Venezia. 
Per quanto riguarda il Covre, soggiornava per ragioni di servizio militare a S. Michele del Quarto presso il comando della 2^ Brigata Nera Mobile. Non a caso la diffida firmata di sua mano, venne  ascritta e in seguito diffusa da S. Michele del Quarto (Ora Quarto d'Altino) in provincia di Venezia. Ragioni per cui mons. Piazza si rese direttamente utile tramite l'invito del parroco Scattolin. L'intervento di mons. Mantiero, valido senza dubbio per quanto quel giorno si dimostrò solo figurativo.  

(2) - Gli opuscoli sono stati ritenuti eroici per la semplice ragione per la quale mancava un programma di base, di sistema, di preparazione storico culturale e i mezzi necessari per affrontare l'evento. Dominava insomma la provvisorietà più completa, se non le buone intenzioni di don Gianni Fassina e l'impegno di chi si assunse la responsabilità delle ricerche riportate in seguito nei testi.


Comunicazioni a i lettori


La proiezione dell'intero programma è momentaneamente interrotta in quanto i testi già pubblicati sono attualmente in corso di ampliamento, di contenuto e approfondimento. Al riassunto iniziale si è optato viceversa per un racconto discorsivo privilegiando la concretezza delle trattazioni sviluppando un messaggio popolare testimoniato. In conclusione, si sono aggiunte tutte quelle notizie escluse negli opuscoli, per la semplice ragione per la quale il contenuto non lo permetteva  
I due asterischi riprodotti in alto ad ogni inizio pagina (**) segnalano il completamento del capitolo e quindi atto al consulto. Qualora se ne trovi uno, (*) significa che è in via di ultimazione, i restanti pur accessibili, sono rimasti allo stato iniziale, pertanto soggetti agli sviluppi citati
Durante le letture si potrebbero inoltre incontrare alcuni aggiustamenti dovuti alla non facile scorrevolezza dei testi buttati giù di fretta per comodità delle tante richieste
Si potranno quindi trovare delle aggiunte, correzioni, notizie, abbozzi e segnalazioni, sempre compatibili con la trattazione in corso. Si devono inoltre inserire oltre alle foto già introdotte, molte altre di carattere esplicativo e dell'epoca. Si richiede pertanto sobria e tenace pazienza.
Per facilitare la lettura si consiglia procedere per ordine seguendo gradualmente i capoversi colorati in blu, diversamente s'incontrerebbero difficoltà di collegamento.

Porgo pertanto le mie più sentite scuse agli appassionati per la storia di Quarto d'Altino, in particolare ai posteri dei primi emigranti Veneti in Brasile (Le Famiglie Bonesso nate in Brasile) le quali da anni sono a contatto col sottoscritto su Facebook "IN FAMILIA BONESSO". (Gruppo segreto brasiliano) Con le loro richieste hanno dimostrato un interesse non comune derivante dalle proprie radici venete e non di meno, per l'amata e storica mezzadrianella quale i loro nonni e padri vi nacquero


(* Si tratta dell'ex casa colonica o mezzadria Bonesso in Quarto d'Altino, trasformata in ristorante e oggi più sfarzosamente chiamata Cà delle Anfore. La famiglia vi abitò per circa 90 anni. (1847 - 1937) Il primo nato dal secondo gruppo giunto tra il 1849/50 (il mio personale) fu battezzato col nome B. Costante Valentino di Luigi fu Pietro e Teresa Pasqualato di Paolo... venuto alla luce nel giorno del Signore 29 marzo 1851, ore 8 antimeridiane. Levatrice Lucia Mondo di Casale. Battezzò don Giovanni Antonio Venerandi parroco di chiesa. E la storia continua. 
L'opera è comunque inclusa su Facebook, si può anche tradurre ognuno nella propria espressione linguistica.
                                                             

                                                          Alfio Giovanni Bonesso

 

Notizie apparse su alcuni bollettini, notiziari e periodici locali.
    
                                                          


                                                                                                                                                                                                                                                             



                                                                            








        
                                                                                                      

















Nessun commento:

Posta un commento